LUOGHI E MACERIE DELLA CULTURA A ROMA

IL LENTO ED INESORABILE DECLINO CHE ACCOMPAGNA LA NOSTRA CITTÁ ormai da molto tempo, ha subito negli ultimi anni un’accelerazione in tutti i campi, i cui effetti devastanti sono evidenti anche nel settore delle attivitá sociali e culturali. Di quella Roma che fino a 10 anni fa poteva considerarsi al pari delle maggiori capitali europee per numero di eventi culturali e luoghi di aggregazione, oggi non restano che delle macerie, su cui tra l’altro sembra ancora accanirsi l’attuale governo commissariale della città. I FONDI STANZIATI PER LE INIZIATIVE CULTURALI sono sempre piú rari e confluiscono nei soliti canali clientelari o di scambio politico, SENZA ALCUNA ATTENZIONE ALLA QUALITÁ DELLA PROPOSTA E ALLA SUA RICADUTA SUL TERRITORIO. Di decentramento culturale, ovvero maggiore autonomia decisionale ed economica dei Municipi, nemmeno si parla piú. LUOGHI STORICI DI AGGREGAZIONE, TEATRI, PADIGLIONI SCOLASTICI, EX-FABBRICHE O INTERI BLOCCHI DI EDIFICI INUTILIZZATI VENGONO CHIUSI, DISMESSI, RESI INAGIBILI O AFFIDATI ALLA SPECULAZIONE EDILIZIA O COMMERCIALE. Questo mentre la politica nazionale (nella persona del Presidente del Consiglio) annuncia la nuova manovra che prevede lo stanziamento di un miliardo per la cultura attraverso l’ausilio di un “bonus cultura”, a favore di tutti i giovani che compiranno 18 anni nel 2016, da utilizzare per visite culturali a musei, teatri e concerti. Una misura paradossale, dal momento che proviene dalle stesse politiche che causano la chiusura dei teatri, dei luoghi di cultura, che non investono in sperimentazione e nemmeno nella conservazione del patrimonio artistico secolare. È lecito quindi chiedersi dove mai i ragazzi dovrebbero spendere questi 500 euro, e come un episodico contributo economico possa aiutare i giovani a riguadagnare un ruolo da protagonisti nella proposta culturale e non solo di semplici fruitori. EPPURE CENTINAIA DI OPERATORI CULTURALI ED ARTISTI ROMANI CONTINUANO A COSTRUIRE PROGETTI E REALIZZARE ATTIVITÁ che non solo mantengono questa cittá ancora viva ma creano anche opportunitá di lavoro e di reddito offrendo una speranza per il futuro a tanti giovani. E offrendo soprattutto una pezzetto di rinascita culturale per le generazioni future. Quest’anno Controchiave raggiunge il prestigioso traguardo dei 25 anni di vita, UN QUARTO DI SECOLO SPESO A COMBATTERE QUESTO STATO DI COSE, a ridare un senso all’associazionismo culturale, a creare occasioni di lavoro per artisti ed operatori culturali, ad offrire servizi didattici e manifestazioni culturali al nostro Municipio e alla cittá. CONTROCHIAVE HA SEMPRE CONTATO SOLO SULLE PROPRIE FORZE E HA SEMPRE CONTINUATO A FARE IL “SUO MESTIERE” (senza inventarsene altri sicuramente più redditizi) e non arretrando mai sul terreno della qualità delle produzioni culturali e didattiche offerte e del rispetto del lavoro degli operatori culturali. A differenza di altre strutture che svolgono attvitá simili, A CONTROCHIAVE IN 25 ANNI NON È STATO MAI ASSEGNATO UNO SPAZIO PER LA REALIZZAZIONE DI PROGETTI SOCIO-CULTURALI. Segno questo, come altri, che a tutti i livelli non esiste da anni una politica culturale che investa nelle realtà potenzialmente capaci di produrre sperimentazione e lavoro, le quali, come Controchiave, resistono grazie solo alla tenace resistenza di alcuni. Ora é di nuovo tempo di elezioni e, coerentemente con il loro spessore politico, NEI PROGRAMMI DELLE VARIE FORZE LA PAROLA “POLITICA CULTURALE” É DEFINITIVAMENTE SCOMPARSA. Noi chiediamo con forza alla politica e alle istituzioni invece un rinnovato impegno al fianco di chi opera quotidianamente in campo culturale AFFINCHÉ SI APRANO NUOVI SPAZI DI AGIBILITÁ PER L’INIZIATIVA CULTURALE NEI QUARTIERI E PER LA RICERCA E LA SPERIMENTAZIONE IN CAMPO ARTISTICO. Non è più tempo di scorciatoie. I danni del declino culturale (in senso lato, molto lato) compiuto a partire dagli anni passati sono ormai sotto gli occhi di tutti. È arrivato il momento, trovandosi nel centro del tunnel, di invertire la rotta

Associazione Culturale Controchiave

settembre 2016

 

Non fermiamoci qui

Sabato 14 giugno, alla Garbatella, centinaia di persone hanno sfidato la pioggia e sono scese in piazza per difendere, attraverso musiche, balli e colori, non solo la dignitá di una iniziativa storica, ma di tutta una popolazione di artisti ed operatori culturali che vedono il loro lavoro nei territori continuamente mortificato dall’assenza di una politica culturale per questa cittá.

La Festa Per La Cultura non é stata riconosciuta Festival storico da questa amministrazione, nonostante esista da 20 anni, con livelli di partecipazione altissimi, e nonostante concentri in una sola giornata tanti eventi che nemmeno un festival di due settimane riesce di solito ad ospitare!

Ma operatori culturali, artisti, associazioni e cittadini, sostenuti dalla Presidenza e dall’Assessorato alla Cultura dell’VIII Municipio, con la marcia di sabato non hanno soltanto portato in piazza una protesta, hanno bensí voluto ribadire il loro impegno e il loro contributo alla riqualificazione culturale di un territorio che é vivo e che pretende risposte adeguate dall’amministrazione capitolina.

Faremo di tutto affinché questo appello non rimanga ancora inascoltato.

30 aprile 2014

 

Festa per la Cultura

Quest’anno il secondo sabato di giugno, a Garbatella, si potrá parcheggiare ovunque, come sempre; guardare la televisione, come sempre; cenare a casa, come sempre; non fare tardi, come sempre. Come sempre, in un quartiere… normale.

Il 14 giugno 2014

NELLE PIAZZE DI GARBATELLA NON CI SARANNO PALCHI, LUCI, ARTISTI E GENTE

Quest’anno le luci non si accenderanno per un evento che in 20 anni ha visto crescere un consenso di artisti e di pubblico impressionante, resistendo al progressivo smantellamento, in atto da tempo, del tessuto socioculturale della città. Un’esperienza collettiva a costo Zero per tutti (meno che – ricordiamolo – per noi di Controchiave e per gli artisti che hanno sempre partecipato gratuitamente​) ​ma ​evidentemente non in linea con la “normalità” ricercata da chi ritiene che Roma non meriti una politica culturale in grado di esaltare il grande fermento artistico e culturale che la attraversa, ma piuttosto costosi eventi mass-mediatici con esigue ricadute sul territorio.

Quindi, la notizia è questa: NON È per la crisi economica che la Festa non si fa.

Ma PERCHÉ dopo vent’anni la FESTA NON HA:

1. Uno spazio polivalente a lei dedicato, incubatore artistico per i protagonisti delle strade e delle piazze, in grado di poter progettare le feste future;

2. ​Un cantiere permanente per alimentare nel tempo quanto di meglio la Festa produce;

3. Una voce di spesa, anche minima, nel bilancio comunale, ​destinata a finanziare almeno i normali costi amministrativo-logistici necessari per la sua realizzazione;

4. Iter specifici per agevolare le collaborazioni utili alla Festa, come quelle con le Municipalizzate (AMA, ATAC, ACEA)​;​

5. ​Convenzioni con spazi artistici del territorio (teatri, auditorium, arene, ecc…)

La FESTA ha, intorno a sé,​ solo DESERTO​. ​Per SALVARLA, per continuare a proporre un modello di sviluppo culturale, noi quel deserto lo vogliamo attraversare proprio nel giorno in cui la Festa avrebbe dovuto svolgersi.

Il 14 GIUGNO faremo la NON-FESTA PER LA CULTURA e chiamiamo a raccolta TUTTI: le associazioni, gli operatori, gli artisti, i tecnici e i cittadini che in questi anni hanno attraversato la Festa, per levare la propria voce in suo sostegno, con un CORTEO MUSICALE, COLORATO E FESTOSO che attraverserà le vie di Garbatella.

La Festa per la Cultura l’abbiamo costruita, insieme, giorno per giorno, per vent’anni.

È tempo che questa costruzione sia assunta all’interno del territorio e delle sue istituzioni.

19 giugno 2013

 

Festa Per La Cultura
Non chiudiamo la cultura nel recinto della “prossimità” !

Anche la XX edizione della Festa é passata ed é stata un gran successo. Ogni anno si rinnova e migliora se stessa pur mantenendo le sue caratteristiche fondamentali. Riesce ad attrarre progetti di grande qualità non solo perché la sua eco si é ingigantita nel tempo, ma anche e soprattutto perché rimane fedele ai suoi presupposti e ai suoi contenuti.
La Festa da sempre porta alla ribalta un mondo non avvezzo alle copertine dei giornali, spesso escluso dalle “vetrine” culturali della nostra città, eppure preziosissimo per il lavoro che svolge quotidianamente a stretto contatto con il proprio territorio di riferimento. Parliamo di associazioni e di operatori socio-culturali, ma anche di artisti di strada, di musicisti, attori e danzatori che sperimentano nei quartieri la validità sociale e culturale dei propri progetti.
L’hanno definita “cultura di prossimità”, intendendo forse dire ‘residuale’ rispetto alla cultura con la C maiuscola, quella del Grande Evento, quella elitaria e omologante degli spazi ‘istituzionali’.
Non vogliamo scomodare Nietzsche o Rousseau, ma attingere dal dibattito
corrente sul Bene Comune, per dire che questo temine NON ci piace. Non é al ‘prossimo’ che si rivolge questo approccio ma piuttosto al piú ‘lontano”.
Al più lontano socialmente, perché porta la cultura anche a chi non se la può ‘permettere’.
Al più lontano geograficamente, perché é proprio nei quartieri e nelle periferie che nascono progetti multietnici e di integrazione.
Ma soprattutto al più lontano temporalmente, perché vuole costruire qualcosa di solido e duraturo per le generazioni future!
Non si costruisce tutto questo solo con un’Estate Romana o una Notte Bianca. Alle Istituzioni chiediamo invece di guardare con più attenzione a questo mondo, aprirgli spazi e garantirgli sbocchi, perché in quel mondo sta la costruzione di un futuro migliore.

8 aprile 2013

 

Quanto viene destinato alla cultura

Eurostat ha reso pubblica una realtá denunciata da anni da studenti, artisti, associazioni e operatori culturali: l’Italia é l’ultima nell’Europa a 27 per percentuale di spesa pubblica destinata alla Cultura (1,1% di fronte ad una media di 2,2%). Ed é al penultimo posto, seguita solo dalla Grecia, per la spesa in Istruzione.
Nelle campagne elettorali dei partiti (vecchi e nuovi!) e nei loro programmi la parola cultura, dove compare, é scritta sempre piú piccola!

Non vi stiamo dicendo nulla di nuovo. Forse già lo sapevate. Ci siamo talmente abituati a questo buio, che questi dati non sono più una notizia per molti.

E se invece… ripartissimo proprio da noi, e proprio dalle istituzioni? E se riempissimo le istituzioni di operatrici e operatori culturali? A partire dai Municipi.

Rimanete in ascolto….

Controchiave

22 gennaio 2013

È tempo di elezioni

Dunque. E’ tempo di elezioni. Tutti vogliono discutere-programmare-fare-cambiare … una musica che abbiamo sentito tante volte, di cui ormai non ci fidiamo più e dalla quale però anche stavolta, lo sappiamo, ci lasceremo travolgere…. ” la libertà non e’ star sopra un albero… libertà è partecipazione.”

E allora ok, cominciamo con un piccolo contributo, con l’auspicio che grazie ai vostri input possa diventare più grande strada facendo.

Da quando Controchiave è nata (e son passati 21 anni…) ha sempre tentato di mettere in risalto la crucialità (se non la centralità) dell’intervento specifico sul terreno culturale, specialmente in rapporto allo sviluppo delle nostre metropoli.

In questo campo, cominciare a immaginare una città diversa, a partire dal ‘fare’ dei soggetti che la vivono, significa per noi innanzitutto contrastare la logica assistenzialista e clientelare (nonche’ emergenziale) che ha sempre guidato le scelte istituzionali nella nostra città, e lavorare finalmente a una progettualità di lunga durata e di ampio respiro.

Una politica culturale che, a partire dalle specificità del territorio di riferimento, sappia contrastare la trasformazione dei quartieri in senso “antisociale” e la loro svendita a palazzinari, speculatori, grandi enti.

Negli anni passati, prima ancora che questa giunta fascista facesse terra bruciata della vita culturale della nostra città, abbiamo constatato anche con disagio l’inadeguatezza delle giunte di sinistra di fronte a tale sfida.

La falsa e ingiustificata dicotomia tra ‘grande evento’ e ‘cultura di prossimità’ (che orribile definizione!) ha dominato la scena in quegli anni, e il decentramento culturale è rimasto un processo incompiuto.

Nonostante questo, i quartieri di Roma continuano a dimostrare grande vitalità culturale: vi operano strutture di rilevanza cittadina (troppo spesso costrette a ‘emigrare’ per realizzare i propri progetti) che creano occasioni di lavoro continuativo, formano nuove professionalità, offrono servizi rilevanti al quartiere, contrastano la dispersione sociale.

Un PROGETTO AMBIZIOSO di politica culturale può nascere da qui, e diffondersi nella città e nel paese attraverso una serie di azioni.

Agire di concerto sui Bandi per stornare risorse a favore dei quartieri; individuare e salvaguardare spazi che potrebbero essere adibiti ad attività socio-culturali; vigilare sulla trasformazione delle grandi aree ex-industriali e commerciali; destinare i pochi fondi a disposizione a progetti che durino nel tempo e sostengano la ricerca; armonizzare l’intervento istituzionale con quello già esistente, in modo da indirizzarlo verso aree di effettiva necessità; coinvolgere le realtà di base che da maggior tempo operano sul campo tentando di elevare “a sistema” le loro esperienze e le loro competenze.

Sono solo alcuni dei tanti passaggi da condividere per la definizione di un progetto comune.

Su questo vogliamo sicuramente confrontarci al più presto con le Istituzioni e i partiti, con i candidati a sindaco e a mini-sindaco, e con le altre strutture ‘realmente’ associative operanti nel nostro come in altri spicchi di metropoli.

La Festa Per La Cultura di Controchiave quest’anno celebra la sua Ventesima edizione. Stavolta piú che mai vogliamo che rappresenti l’apertura del cantiere per la costruzione di una nuova idea di cultura per la nostra città.

15 novembre 2011

20 anni e… li dimostra tutti !

Venti anni fa nasceva l’associazione culturale controchiave.

Era il 1991, non esistevano ancora i telefonini, né l’e-mail, né Internet, Facebook, Twitter ecc….

Radio e TV private erano le uniche fonti d’informazione alternative; per incontrarsi si mettevano in moto lunghe e difficili catene telefoniche da casa o dal lavoro; Craxi, Forlani e Andreotti ingessavano la situazione politica e il sindaco di Roma era Carraro (PSI).

Dietro, a tirare le fila, gli stessi interessi e poteri di oggi e di sempre. La Garbatella e tutto l’XI municipio era zona semi-periferica e “Cesaroni” solo un cognome comune a Roma…

Gli anni 80 avevano fatto tabula rasa di tutta quella vitalità culturale che aveva animato il decennio precedente.

Trionfava la “Milano da bere”, modello culturale di sviluppo delle nostre metropoli, delle relazioni, delle aspettative future, basato sull’effimero, sulla leggerezza, sulla ‘svolta facile’, vero brodo di coltura per il berlusconismo a venire.

Associazioni e circoli ARCI restavano in vita quasi esclusivamente come copertura ‘amministrativa’ di attività commerciali o professionali (pubs, scuole, ecc…) e il tessuto connettivo che avevano costituito negli anni precedenti si andava dissolvendo completamente, mentre quello rappresentato dai Centri Sociali ancora non si manifestava chiaramente.

Sembra un’altra epoca, e invece sono passati SOLO 20 anni…

L’associazione nacque in quell’anno da un gruppo di persone, da sempre attive in campo artistico e/o politico, che sentivano forte l’esigenza di contribuire, nel proprio ambito, a porre un argine a tutto questo.

Restituire il suo significato alla forma dell’associazione culturale era il primo obiettivo. Una unione aperta che vuole sviluppare un approccio “culturale” alla vita, perché cultura è sinonimo di apertura, comprensione, capacità critica.

Controchiave non é nata perché bisognava aprire una scuola, o un locale, o giustificare delle attività artistiche. Casomai é vero il contrario, questi sono strumenti che l’associazione ha creato e utilizzato per perseguire i propri fini statutari.

Sono stati 20 anni appassionanti, in cui Controchiave ha cercato di interpretare, capire, agire, provocare, promuovere, criticare e proporre, sempre permeabile e attenta agli stimoli e alle esigenze provenienti dall’esterno.

Paradigmatica di questi venti anni, per la sua longevità ed i suoi contenuti, rimane la Festa Per La Cultura, che quest’anno ha celebrato la sua 18ma edizione!

Una giornata di festa, ma anche e soprattutto di denuncia nei confronti di uno Stato le cui istituzioni investono sempre meno in una risorsa fondamentale come la cultura, non solo in termini di risorse finanziarie ma anche di supporto normativo ed amministrativo, rendendo la vita impossibile a tutte quelle realtà di base che offrono invece un contributo fondamentale alla crescita civile.

In questi vent’anni non c’è stata solo la Festa Per La Cultura ma i festival multimediali alla garbatella, la rassegna internazionale MusicAttiva alla Palma, le produzioni discografiche ed editoriali, l’apertura di due spazi dedicati alla didattica musicale, teatrale e di danza e all’incontro tra questi linguaggi, le attività dedicate ai bambini, il sostegno all’occupazione della Ex-Snia Viscosa e alla riqualificazione dell’isola pedonale del Pigneto, le attività a sostegno di realtà’ più deboli, delle scuole, delle case-famiglia, di comitati di quartiere e reti territoriali, l’orchestra dell’Arca, la creazione di numerose e continuative opportunità di lavoro, la ‘formazione’ di operatori socio-culturali.

E la miriade di progetti culturali, spettacoli, rassegne stimolati e sviluppati da Controchiave e realizzati all’interno dell’associazione, alcuni dei quali proseguiti chissá dove, nei mille altri rivoli nei quali si può diffondere un’idea, un progetto.

Insomma una lista lunghissima di eventi e stati d’animo, persone e idee, esperienze positive e tonfi clamorosi, pratica militante e creatività: un patrimonio su cui siamo cresciuti e un bagaglio di esperienze che custodiamo e rielaboriamo nella nostra attività di tutti i giorni.

In questo senso i 20 anni li dimostriamo tutti …e per fortuna!

20 anni per un’associazione con queste caratteristiche è un traguardo importante e inusuale. Eppure non ci sembra proprio il momento delle celebrazioni. La Cultura della CRISI rischia di spazzare via quanto di buono si è faticosamente costruito negli anni passati ed il mondo della cultura e dell’associazionismo è dunque di nuovo chiamato alla resistenza contro l’involuzione civile e culturale di un intero paese.

Per fortuna Controchiave (r)esiste, e soprattutto (r)esistono i suoi progetti in campo, che ne esemplificano contenuti ed obiettivi: la rassegna COSE al Vascello, a sostegno dell’autoproduzione, della ricerca, dell’incontro tra diversi linguaggi artistici; il progetto NUVOLE, a sostegno dei giovani meno fortunati e degli adolescenti privati della libertà; la Scuola Popolare delle Arti di Via Libetta e Via Gozzi, per favorire l’accesso allo studio dei linguaggi artistici, cruciali nella formazione degli individui (e soprattutto dei bambini!) e della loro capacità critica, (imparare ad usare gli strumenti che la cultura fornisce per capire il nostro mondo, e per comprendere come modificarlo); la Festa Per La Cultura, per un’idea diversa di sviluppo territoriale e culturale.

Vogliamo (r)esistere altri vent’anni e vogliamo farlo insieme a sempre più gente. Il nostro è un progetto aperto, e c’è grande bisogno d’ aiuto…

Tanti auguri dunque, ma in un momento come questo, il brindisi più importante lo faremo alzando i calici in memoria di due persone che per Controchiave sono state molto importanti e che un destino infame ci ha sottratto prematuramente: Gianni Tabo’ e Roberta Martinelli. Delle loro idee, della loro passione, della loro generosità oggi avremmo veramente tanto bisogno. Con loro nel cuore, andiamo avanti.