chi siamo

Associazione Culturale Controchiave

Ogni unione tra le persone risponde ad una diversa esigenza. La nostra società ne conosce molteplici specie: la famiglia, il partito, il fans club, gli ultrà, le associazioni di stampo mafioso o la massoneria, la società commerciale e quella senza fini di lucro, l’organizzazione di volontariato, il centro sociale, gli amici del “baretto”… e quant’altro ancora può venirci in mente.

Ogni unione ha una sua precisa ragion d’essere, più o meno facilmente comprensibile. Per ogni forma esiste uno stereotipo, uno standard, che ci consente di coglierne l’essenza. Per una associazione culturale il meccanismo è diverso, molto diverso. La diversità e data dal fatto che normalmente una associazione culturale non ha stereotipi chiari e può non possedere una caratteristica ben definibile. E’ altresì corretto sottolineare anche che, molto spesso, si fa un utilizzo improprio di questo termine e, il termine stesso, è sovente sottoposto ad abusi di ogni genere.

Le prime cose cui si pensa sono “L’associazione degli amici del flauto traverso” (se esiste vi preghiamo di perdonarci per averla tirata in ballo) o le birrerie dove la cultura si misura in pinte (esistono, esistono..).Con tutto il rispetto per gli amanti di flauti e boccali (tra i quali anche noi comunque ci annoveriamo), né l’una né l’altra forma costituiscono uno standard che possa far capire chi siamo e perché siamo nati.

Forse, chissà, CONTROCHIAVE NASCE proprio per ridare all’associazione culturale il suo senso più pieno: una unione aperta (perché è l’apertura che distingue l’associazione dalla società) che vuole sviluppare un approccio “culturale” alla vita, perché cultura è sinonimo di apertura, comprensione, capacità critica.

Imparare ad usare gli strumenti che la cultura fornisce per capire il nostro mondo, e per comprendere come modificarlo. Nelle pagine di questo sito web cercheremo di spiegare ai nostri visitatori di cosa ci occupiamo e in quale modo cerchiamo di offrire a tutti una possibilità di partecipazione


TRENT’ ANNI DOPO

Nel salone di casa di due di noi, Raimondo e Paola, a Portuense. Tra il marzo e il novembre di quel  1991.

Quanto è difficile scegliere un nome

Non sai nemmeno  bene a  “cosa” stai dando un nome, ed hai solo una vaga percezione dei “perché” che pure, con gli altri,  ti stai raccontando da un pò, sulla necessità di mettere su una “associazione” e che sia  “culturale”

Per dare un’idea, ad un certo momento, come possibile  nome della nuova “associazione”, era il lizza anche “Devastazione Selvaggia”. Davvero. Con  qualche difficoltà ulteriore, temo,  nell’ottenere i già faticosi permessi.

Giravano, all’opposto, anche nomi come  “Insieme”, “Tutti insieme” cose così da club scoutistico. Vabbè.

Poi si disse che nel nome doveva emergere un “contro”, un andare “contro”, sì ma cosa? Un clima, un’aria, un andazzo. “Contro”, ma allo stesso tempo anche “per”, in senso positivo, costruttivo, solidale. E che cavolo. Quanto è difficile scegliere un nome.

Sul dizionario, contro-senso …contro-tempo …contro-luce…controchiave..ma che è leggi un po’ ?  “Seconda chiave di una serratura o chiave di una seconda porta”. Mah..

Scelta democratica, nomi in lizza su foglietti di carta vince lo sconosciuto come a volte accade.

A casa di Raimondo. Raimondo Nitoglia non c’è più già da tanto. Come da tanto non c’è più Gianni. Gianni Tabò. Due di noi.  “Gianni e Ray”  sono insieme, nella sezione del nostro sito dedicata a loro.

E poi, ci sono le centinaia e oramai forse migliaia di altri che sono passati e a un certo momento se ne sono andati, ma mai completamente, perché qualcosa rimane. Le stesse lettere di  dimissioni dei pochi che sono andati via per disaccordi, incomprensioni, aspettative mancate, sono sempre accorate.

E’ importante parlare proprio oggi di chi, e in tanti modi, non c’è più, perché a pensarci oggi festeggiamo un lungo, lungo “frattempo”, che è (sempre il dizionario)  lo spazio di tempo che intercorre tra due momenti successivi, anche distanti tra loro, in quanto si determinino contemporaneamente altri fatti o situazioni.

C’è un “frattempo” quando tra due “momenti” diversi accade qualcosa.

Allora ricordare oggi il 1991 è importante solo perché c’è l’oggi, il 2021, ci sono altre persone, desideri, sfide, o insoddisfazioni, incertezze, sensi di mancanza.

Non è la festa solo di chi iniziò, ma anche di tutti quelli che hanno  continuato, di chi c’è oggi e di chi se ne andrà o continuerà ad esserci domani. Si sposta continuamente in avanti, il secondo  termine di paragone di questo “frattempo”.

Trent’anni di “frattempo” sono qualcosa perché da questa montagnetta di anni, abbiamo il raro privilegio di poter oramai vedere gli effetti nel tempo di una  scelta di appartenenza

La controchiave con la c minuscola venne scelta proprio perché  è la “Seconda chiave di una serratura o chiave di una seconda porta”. Fatta per aprire porte che altrimenti resterebbero chiuse, perché la chiave principale di accesso alle opportunità, al cambiamento, è rotta, perduta, o non è mai stata nelle tue mani.  O per entrare da altre porte, che nemmeno si pensava esistessero.

Ma è’ un cavolo di problema, disporre di una seconda chiave, o di una seconda porta. A quel punto non provare ad entrare diventa una scelta solo tua.

Controchiave, con la C maiuscola dal 1991  non ci ha lasciato  più spazio a scuse, per quello che nemmeno provavamo a realizzare, perché quella chiave che apre ogni giorno due sedi, ha aperto la possibilità di una serie che non riusciamo più a calcolare di spettacoli mostre rassegne interventi progetti azioni concrete nelle scuole nel sociale nel territorio.

Soprattutto la Festa per la Cultura, che materializza con il contributo di tanti di noi  per soli tre giorni le nostre utopie di un diverso vivere insieme,  ti leva definitivamente la benedetta scusa del “non è possibile”, e ti costringe a prendere atto  che sei tu a decidere di chiuderti o no entro limiti, margini, dietro porte.

Di solito si chiudono questi discorsetti dicendo .. tipo auguri per i “primi” 30 anni cose del genere. Nessuno sa in realtà cosa ci aspetta già da domani.

Nel 1991 alcuni decisero di costituire questa “associazione culturale”, semplicemente  perché non potevamo farne a meno.

Bene, vi voglio dire che nel 2021 una  nuova legge sul Terzo Settore impone che per avere maggior rilevanza, importanza, opportunità, insomma, per avere ancora più controchiavi per aprire porte e superare margini,  questa associazione si dovrebbe trasformare in una cosa che si chiama  Ente di Promozione Sociale. Per fare questo, dovremmo avere, in proporzione con la dimensione che l’associazione oramai ha, un numero alto, più alto dell’attuale, di persone che stringono il patto di dedicare una parte delle proprie energie creative partecipative e pratiche a questo progetto.

In sostanza, nel 2021, serve un pò una nuova generazione di “fondatori”, che non abbiano ben chiaro “cosa” gli manca, abbiano  una vaga percezione dei “perché” che possano muoverli, ma che, come nel 1991, sentano  ognuno, personalmente,   la necessità di stringere il patto di  fare qualcosa insieme per scoprirlo.

Nel frattempo, buona festa dei trent’anni, che è di tutti noi.


questo era il post che l’associazione aveva pubblicato per i suoi primi 20 anni di esistenza.

20 anni e… li dimostra tutti !

Venti anni fa nasceva l’associazione culturale controchiave.

Era il 1991, non esistevano ancora i telefonini, né l’e-mail, né Internet, Facebook, Twitter ecc….

Radio e TV private erano le uniche fonti d’informazione alternative; per incontrarsi si mettevano in moto lunghe e difficili catene telefoniche da casa o dal lavoro; Craxi, Forlani e Andreotti ingessavano la situazione politica e il sindaco di Roma era Carraro (PSI).

Dietro, a tirare le fila, gli stessi interessi e poteri di oggi e di sempre. La Garbatella e tutto l’XI municipio era zona semi-periferica e “Cesaroni” solo un cognome comune a Roma…

Gli anni 80 avevano fatto tabula rasa di tutta quella vitalità culturale  che aveva animato il decennio precedente.

Trionfava la “Milano da bere”, modello culturale di sviluppo delle nostre metropoli, delle relazioni, delle aspettative future, basato sull’effimero, sulla leggerezza, sulla ‘svolta facile’, vero brodo di coltura per il berlusconismo a venire.

Associazioni e circoli ARCI restavano in vita quasi esclusivamente come copertura ‘amministrativa’ di attività commerciali o professionali (pubs, scuole, ecc…) e il tessuto connettivo che avevano costituito negli anni precedenti si andava dissolvendo completamente, mentre quello rappresentato dai Centri Sociali ancora non si manifestava chiaramente.

Sembra un’altra epoca, e invece sono passati SOLO 20 anni…

L’associazione nacque in quell’anno da un gruppo di persone, da sempre attive in campo artistico e/o politico, che sentivano forte l’esigenza di contribuire, nel proprio ambito, a porre un argine a tutto questo.

Restituire il suo significato alla forma dell’associazione culturale era il primo obiettivo. Una unione aperta che vuole sviluppare un approccio “culturale” alla vita, perché cultura è sinonimo di apertura, comprensione, capacità critica.

Controchiave non é nata perché bisognava aprire una scuola, o un locale, o giustificare delle attività artistiche. Casomai é vero il contrario, questi sono strumenti che l’associazione ha creato e utilizzato per perseguire i propri fini statutari.

Sono stati 20 anni appassionanti, in cui Controchiave ha cercato di interpretare, capire, agire, provocare, promuovere, criticare e proporre, sempre permeabile e attenta agli stimoli e alle esigenze provenienti dall’esterno.

Paradigmatica di questi venti anni, per la sua longevità ed i suoi contenuti, rimane la Festa Per La Cultura, che quest’anno ha celebrato la sua 18ma edizione!

Una giornata di festa, ma anche e soprattutto di denuncia nei confronti di uno Stato le cui istituzioni investono sempre meno in una risorsa fondamentale come la cultura, non solo in termini di risorse finanziarie ma anche di supporto normativo ed amministrativo, rendendo la vita impossibile a tutte quelle realtà di base che offrono invece un contributo fondamentale alla crescita civile.

In questi vent’anni non c’è stata solo la Festa Per La Cultura ma i festival multimediali alla garbatella, la rassegna internazionale MusicAttiva alla Palma, le produzioni discografiche ed editoriali, l’apertura di due spazi dedicati  alla didattica musicale, teatrale e di danza e all’incontro tra questi linguaggi, le attività dedicate ai bambini, il sostegno all’occupazione della Ex-Snia Viscosa e alla riqualificazione dell’isola pedonale del Pigneto, le attività a sostegno di realtà’ più deboli, delle scuole, delle case-famiglia, di comitati di quartiere e reti territoriali, l’orchestra dell’Arca, la creazione di numerose e  continuative opportunità di lavoro, la ‘formazione’ di operatori socio-culturali.

E la miriade di  progetti culturali, spettacoli, rassegne stimolati e sviluppati da Controchiave e realizzati all’interno dell’associazione, alcuni dei quali proseguiti chissá dove, nei mille altri rivoli nei quali si può diffondere un’idea, un progetto.

Insomma una lista lunghissima di eventi e stati d’animo, persone e idee, esperienze positive e tonfi clamorosi, pratica militante e creatività: un patrimonio su cui siamo cresciuti e un bagaglio di esperienze che custodiamo e rielaboriamo nella nostra attività di tutti i giorni.

In questo senso i 20 anni li dimostriamo tutti …e per fortuna!

20 anni per un’associazione con queste caratteristiche è un traguardo importante e inusuale. Eppure non ci sembra proprio il momento delle celebrazioni. La Cultura della CRISI rischia di spazzare via quanto di buono si è faticosamente costruito negli anni passati ed il mondo della cultura e dell’associazionismo è dunque di nuovo chiamato alla resistenza contro l’involuzione civile e culturale di un intero paese.

Per fortuna Controchiave (r)esiste, e soprattutto (r)esistono i suoi progetti in campo, che ne esemplificano contenuti ed obiettivi: la rassegna COSE al Vascello, a sostegno dell’autoproduzione, della ricerca, dell’incontro tra diversi linguaggi artistici; il progetto NUVOLE, a sostegno dei giovani meno fortunati e degli adolescenti privati della libertà; la Scuola Popolare delle Arti di Via Libetta e Via Gozzi, per favorire l’accesso allo studio dei linguaggi artistici, cruciali nella formazione degli individui (e soprattutto dei bambini!) e della loro capacità critica, (imparare ad usare gli strumenti che la cultura fornisce per capire il nostro mondo, e per comprendere come modificarlo); la Festa Per La Cultura, per un’idea diversa di sviluppo territoriale e culturale.

Vogliamo (r)esistere altri vent’anni e vogliamo farlo insieme a sempre più gente. Il nostro è un progetto aperto, e c’è grande bisogno d’ aiuto…

Tanti auguri dunque, ma in un momento come questo,  il brindisi più importante lo faremo alzando i calici  in memoria di due persone che per Controchiave sono state molto importanti e che un destino infame ci ha sottratto  prematuramente: Gianni Tabo’ e Roberta Martinelli. Delle loro idee, della loro passione, della loro generosità oggi avremmo veramente tanto bisogno. Con loro nel cuore, andiamo avanti.