Festa per la Cultura

La cultura è linguaggio di pace.

L’arte e la musica, il teatro, la danza e la letteratura, il cinema sviluppano e diffondono codici universali. Sono conforto per l’anima, costruiscono e progettano spazi di vita collettiva. Ecco perché nei giorni in cui si bombardano teatri e si aumentano le spese belliche, noi siamo invece sempre più convinti che investire in cultura sia l’unico modo per prevenire la guerra e le sofferenze che essa provoca.
Oggi sono i giorni dell’accoglienza e della solidarietà con chi soffre, sono i giorni in cui l’uscita dall’emergenza è prioritaria, e sono giorni in cui la via indicata dall’unione tra lotta ambientale e lotta sociale può essere vincente.
Ma sono anche i giorni per immaginare un futuro diverso da quello cupo che la narrazione dominante ci prospetta ora come unico possibile, in cui pretendere che si torni a investire in cultura, come educazione alla pace, pretendere che nei nostri territori si arresti quel processo di desertificazione culturale in atto ormai da troppo tempo.
Ci sono parole che meritano memoria
Satyagraha è il simbolo della lotta non violenta di gandhiana memoria.
Vuol dire fermezza, condivisione, lotta, contrapposizione, Condivisione per non dividere territori con muri di confine, Lotta contro ogni divisione violenta tra chi è incluso e chi escluso
Contrapposizione contro ogni aggressione a spazi pubblici, al confinamento della cultura dentro gli angusti spazi degli interessi commerciali.
Come ogni anno la Festa per La Cultura parlerà un linguaggio di pace, essendo come sempre, e forse più di sempre, crocevia di esperienze in cui differenti idiomi artistici si incontrano tra loro ed incitano al dialogo, dove diverse coordinate geografiche e mentali si sovrappongono per un giorno scatenando nuove relazioni ed opportunità, nel tentativo non solo di immaginare ma anche di iniziare a costruire un mondo migliore.


L’iniziativa, fin dalla sua prima edizione, è organizzata e prodotta dall’associazione culturale Controchiave. La festa nasce a Roma il primo sabato di Giugno dell’anno 1994.

Nata in origine come FESTA PER LA MUSICA, in relazione alle crescenti necessità di accogliere al suo interno realtà diverse dall’ambito musicale, la Festa modificò la propria connotazione nel 1997 e da quel momento assunse la denominazione di FESTA PER LA CULTURA. Dal 2017 la FESTA che prima si concentrava nelle piazze e nelle strade adiacenti del quartiere Garbatella, si è “trasferita” nel parco della Scuola primaria “Principe di Piemonte” che accoglie la nostra tre giorni di musica, teatro, performance e arti e come sempre, abbiamo preparato un calendario ricchissimo pensato per adulti e bambini.
Una manifestazione simbolo nella quale si dimostra ampiamente che le proposte artistiche non possono essere schiacciate sul metro di giudizio del mercato, e che c’è una qualificata richiesta di cultura condivisa e partecipata (i grandi eventi non sono e non possono rappresentare l’unica espressione artistica della città di Roma)


Cosa rappresenta la festa.

La Festa rappresenta l’incontro tra la progettualità culturale di una associazione di promozione sociale e l’esigenza di musicisti, attori, danzatori ma anche operatori sociali e singoli cittadini di trovare spazi di confronto, momenti nei quali condividere progetti, luoghi nei quali far nascere storie di relazioni tra linguaggi artistici. Insomma la festa è stata e può continuare ad essere un incubatore culturale, legato al territorio di prossimità ma aperto a tutta la città.

Quest’anno la Festa per la Cultura farà parte della tradizionale manifestazione Estate Romana, organizzata con il supporto di Roma Capitale.
Per la XXIX edizione della Festa vogliamo proporre alla città la nostra idea di condivisione degli spazi tra le realtà vitali del territorio. E il parco della scuola Principe di Piemonte, con l’energia e la vitalità culturale che già vive in questa scuola, è il luogo fisico e ideale migliore: una fucina di insegnamento e di arti, pronta ad accogliere studenti, insegnanti , musicisti e attori, danzatori e writers, e ancora cori, bande popolari, artisti di strada.


Una politica culturale possibile

Il percorso della festa per la cultura si pone come elemento significativo di quello che consideriamo un patrimonio culturale della città.

Questo patrimonio si esprime attraverso la capacità di far emergere produzioni artistiche all’interno di un territorio, che si sostanzia nel mettere in campo progetti efficaci per lo sviluppo delle potenzialità artistiche del futuro.

Allora nella ricerca del come costruire percorsi sostenibili di sviluppo endogeno, a partire dalla valorizzazione del patrimonio di prossimità, realtà come la Festa per la cultura devono poter assumere un ruolo significativo. La capacità dell’associazione di portare in piazza realtà artistiche attive a Roma è anche frutto di una rete di relazioni, esercitate durante il corso degli anni, nei quali si è sempre cercato di sostenere rassegne e produzioni innovative nel campo musicale, teatrale e della danza. Tale azione non è stata mai stata interpretata come una “strategia in grado di innescare processi virtuosi di sviluppo endogeno”, perché di fatto non si trattava di strategia ma di interpretazione della realtà. Non è possibile lasciare il territorio alla desertificazione delle relazioni sociali, e le relazioni sociali non possono essere lasciate al solo campo dell’intrattenimento o dell’evento. Anche i luoghi alternativi, anche quelli che avrebbero dovuto essere gestiti più o meno direttamente dal comune di Roma, spesso si sono trasformati in luoghi di proposte preconfezionate, ospitanti nomi di cartello, ma mai come luoghi di autoproduzione, di formazione artistica, di diffusione dei linguaggi.


IL PROGRAMMA DELLA 30esima EDIZIONE


 

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